Tema Pastorale

DAGLI ORIENTAMENTI DELLA NOSTRA DIOCESI

(2019-2020)

RIMANERE

TESTO DI RIFERIMENTO: Gv 15,5-10

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Obiettivo: SCOPRIRSI FIGLI

Rimanere nell’amore del Padre. Accogliere e riscoprire continuamente la propria identita battesimale come figli amati dal Padre. Accolti e amati come figli perchè Gesù Cristo ci ha salvato con la sua croce, morte e risurrezione e ci ha rigenerati a vita nuova.

Frutto da maturare: ASCOLTO

Dimensione sacramentale: BATTESIMO E CONFERMAZIONE

“In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr. Mt 28,19). […] La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati” (EG 120). Il Battesimo è la porta per la quale ogni uomo si introduce nella relazione piena con il Padre (cfr. EG 47), per scoprirsi figlio, da sempre amato e in Gesù morto e risorto, salvato e redento. Con il Battesimo veniamo rigenerati come figli di Dio.

Come il tralcio se non è unito alla vite non può portare frutto, cosi e per il battezzato. La prima dimensione di ogni vita umana e l’appartenenza filiale.

Nasciamo figli, riceviamo la nostra vita e la nostra identità dall’amore di chi ci precede, come un dono e non come una scelta nostra. Il sentirsi figli sgorga dalla consapevolezza dell’amore che ci precede e nel quale siamo chiamati a rimanere. Viviamo da figli se siamo uniti al Padre. La comunione ci precede e ci fonda, per essa siamo strutturati, e verso di essa siamo chiamati ed orientati.

Siamo generati nell’amore del Padre fin dal suo disegno creativo. Egli ci ama di amore personale fin dall’inizio. Ma noi da subito abbiamo voluto fare da soli, allontanandoci come esuli dalla comunione che Dio ci ha offerto. Abbiamo rifiutato quell’amore pieno. E stato il peccato originale.

Ma il Verbo ha lasciato i cieli per condividere la nostra umanità: ha preso su di se il nostro peccato, liberandoci così da esso, e nella sua morte e con la sua risurrezione ci ha donato la vita nuova. La vita di Cristo racchiude in se stessa il tesoro dell’amore pieno e autentico: quello del Padre che viene per opera dello Spirito Santo.

Il Battesimo che ci unisce a Cristo, ci libera dal peccato e ci rende partecipi della sua vita, rendendoci una cosa sola con Lui. Cosi ci scopriamo nuovamente figli del Padre, redenti e resi partecipi dell’amore di Dio Trinità.

Tutto questo accade nella Chiesa, comunità che ci libera da ogni individualismo egocentrico. Siamo salvati come parte attiva di una comunione di amore, che ci lega insieme come fratelli nell’unico Corpo di Cristo, come tralci alla vite.

… “L’ascolto diventa il primo atteggiamento da maturare nelle nostre comunità,”…

Il Battesimo è dono da accogliere e da vivere con pienezza di vita, come dice san Paolo: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). L’evangelizzazione è sempre battesimale: desidera rendere gli uomini partecipi della salvezza sperimentando che la forza del male non chiude la vita nella schiavitù, ma la apre a impensabili novità. L’essere figli dello stesso Padre allora chiede alla Chiesa di mettersi in ascolto della Parola di Dio perche solo così il tralcio trae dalla vite la linfa per vivere. Dall’ascolto della Parola nasce anche l’ascolto dei fratelli. L’ascolto diventa il primo atteggiamento da maturare nelle nostre comunità. Esso si pone come un’esigenza necessaria per portare frutto anche nel cammino delle unità pastorali della nostra Diocesi. Come ci ricorda papa Francesco in merito alla sinodalità, «ascoltare è più che sentire. E’ un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare».